i salotti letterari

I salotti letterari, i caffè e il valore della discussione

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Il confronto, la discussione e il dibattito hanno caratterizzato la diffusione culturale, in particolare, filosofica e letteraria nell’arco di molti secoli. Per questo sono esistiti i salotti letterari, nonché luoghi di riunione e discussione, di solito privati, per intellettuali e esponenti della società con il fine di trattare e confrontarsi su tematiche di attualità di natura culturale e politica.

Dove tutto nasce

Questi importanti luoghi di discussione hanno origini antichissime. Infatti ciò che nell’arco del secondo millennio abbiamo imparato a chiamare salotti e caffè letterari sono considerabili come l’evoluzione del Simposio greco (in greco antico: Συμπόσιον, Sympósion), di cui Platone ci riporta un chiaro esempio. Nella tradizione greca il simposio era un momento conviviale che seguiva un banchetto e nel quale i commensali gustavano del vino, recitavano poesie, cantavano carmi conviviali e conversavano. In più, oltre a essere un momento di socializzazione, era un’occasione di arricchimento culturale, considerato che le tematiche trattate erano pressoché di carattere letterario e filosofico.

In tarda epoca romana nacquero i così detti circoli (ne è un esempio il noto Circolo di Mecenate di cui fecero parte Virgilio e Orazio) molto apprezzati e fortemente voluti dall’Impero. I circoli erano luoghi di ritrovo di artisti, letterati e filosofi e permettevano la diffusione di nuove idee, ed è proprio qui che molte giovani menti hanno trovato la possibilità di emergere grazie agli anziani del circolo che fungevano da insegnanti e fonti di ispirazione.

Il salotto letterario

La versione più moderna del salotto letterario è quella del XVIII secolo, l’Età dei Lumi. Durante gli anni dell’Illuminismo la parola chiave era evoluzione, ed effettivamente si è assistito alla rivoluzione industriale, ad una forte evoluzione economica e sociale e all’operato di potenze politiche. A permettere che tutto ciò avvenisse hanno contribuito i salotti letterari che, insieme alle enciclopedie, hanno garantito lo scambio e la diffusione delle idee di giustizia, uguaglianza e di libertà di pensiero, espressione e religione, caratteristiche dell’Illuminismo.

All’interno dei salotti si riunivano grandi intellettuali, tra cui letterati come Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri che, in quanto autori che condividevano a pieno le tematiche illuministiche ed essendo figli di quegli anni, elogiavano la nuova classe borghese che emergeva grazie ai suddetti progressi in campo economico e sociale. Tutto ciò andava a discapito della nobiltà che era divenuta oziosa e inconcludente, proprio come viene descritta da Parini nella sua opera Il giorno. Qui viene raccontata in maniera satirica la giornata tipo di un giovin signore.

Ciò testimonia che i salotti letterari sono stati il centro di forti riflessioni che hanno contribuito a migliorare sempre più la società dell’epoca sotto ogni punto di vista.

Nasce il caffè filosofico e letterario

Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento in Francia, e subito dopo in Inghilterra, nacquero i caffè filosofici e/o caffè letterari, in risposta all’esclusività delle accademie universitarie e dei salotti che erano destinati solamente a nobili e a esponenti politici, e divennero così il simbolo della classe illuminista e garanzia di libertà e uguaglianza. I caffè raffiguravano la perfetta intersezione tra il luogo per ristorarsi e rilassarsi gustando una tisana profumata e assaporando un caldo caffè, e il luogo centro di scambio di cultura e di idee, in cui ci si può accomodare per chiacchierare su diverse tematiche. Dalla fine del Settecento i caffè diventarono un luogo di ritrovo attorno ai cui protagonisti ruotava un’umanità varia e proveniente anche dalle classi sociali più basse; poco a poco sempre più intellettuali e artisti, anche noti, cominciarono ad abbandonare i salotti privati per spostarsi nei caffè, di cui sono state piene le strade nei secoli successivi. I caffè letterari diventano anche i centri in cui nascono e si sviluppano, nei primi del Novecento, le avanguardie: dal dadaismo al futurismo e al surrealismo

Il valore della discussione

Coloro che si riunivano in salotti e caffè erano alla ricerca di un momento di condivisione e arricchimento grazie alle grandi menti che ruotavano attorno a questi luoghi di scambio. Discutere di una determinata tematica, che sia di natura politica, filosofica o letteraria, assicura una notevole acquisizione di conoscenze e informazioni e permette di allargare i propri orizzonti favorendo la comprensione di punti di vista differenti dal proprio. A ciò si aggiunge lo sviluppo del pensiero critico e di analisi, indispensabile per lo scambio di idee e pareri, e l’incremento della capacità di esporre i fatti in maniera chiara e puntuale e di argomentare motivando le proprie affermazioni.

I caffè letterari oggi

Tutt’oggi vi sono i caffè letterari, ma con un concept molto diverso da quello dei secoli passati, basato sulla vincente intersezione tra il mondo della caffetteria e quello della letteratura. Esistono, dunque, dei bar che sembrano delle vere e proprie librerie, e hanno la finalità di concedere al cliente una piccola pausa dalla vita frenetica e permettere di leggere un libro in totale calma sorseggiando un buon caffè. L’idea di creare questo tipo di attività è nata a New York negli ultimi anni del ‘900 e si è rapidamente diffusa nel resto del mondo.  Ad oggi i caffè letterari sono anche sede di club del libro, incontri tra scrittori e lettori e interviste a figure di spicco della società.