Perché i libri vanno al macero e come evitarlo

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Perché i libri vanno al macero e come evitarlo

I tanti libri pubblicati ogni anno in Italia non sono immortali: se non vendono, il loro destino è il macero. Ogni anno si pubblicano oltre sessantamila libri, da centinaia a poche migliaia di copie a titolo. Immaginate questi numeri enormi destinati a ventitré milioni di lettori circa che in gran parte non leggono nemmeno un libro al mese. La maggioranza delle copie stampate risulta essere di troppo, e per questo motivo a un certo punto il libro va incontro al suo fatale destino: il macero.

Contro questo destino sono state promosse diverse iniziative, che però hanno avuto un impatto limitato.

Che cos’è il macero

Il macero è un’operazione che consiste nel distruggere carte o libri non più vendibili.

La carta è un materiale riciclabile perché composto di cellulosa, e cioè una materia che può essere sottoposta a molteplici cicli di lavorazione. Stiamo parlando di uno dei primi materiali sottoposti a riciclaggio nella storia industriale. Il materiale riciclato non è di qualità inferiore, esso può essere infatti utilizzato per produrre carta di alta qualità.

Anche la carta rientra nel problema della gestione dei rifiuti. Dall’articolo di Veronica Ulivieri In forte sofferenza il mercato del riciclo della carta pubblicato il mese di marzo del 2018 su «La Repubblica.it», possiamo constatare quanto sia complessa la gestione di un materiale riciclato che fino al gennaio del 2018 era in gran parte assorbito dal mercato cinese. L’Italia, infatti, fino ad allora esportava un terzo della carta riciclata e in seguito la importava come cartone da imballaggio e carta grafica. Chiuse le frontiere cinesi, la conseguenza immediata è stato il crollo del 70% del prezzo della carta riciclata. Le cartiere adibite alla gestione della carta da macerare e riciclare si sono ritrovate con un’eccedenza ingestibile. Il problema viene contenuto con un sempre maggiore utilizzo di carta riciclata e con l’apertura di nuovi stabilimenti.

Perché i libri vanno al macero

I libri non sempre trovano spazio nelle librerie. Del resto sarebbe impossibile mettere in scaffale una pur minima parte dei troppi libri pubblicati ogni anno. Quando i libri vanno nelle librerie, cioè in quei luoghi deputati alla loro vendita, ci restano per un tempo limitato: dai due ai nove mesi, a seconda della loro vendibilità. Solo in casi eccezionali i libri restano in libreria oltre una manciata di mesi. È il caso, ad esempio, dei classici, di quei libri, cioè, che per qualità e storia sono, in teoria, vendibili per un tempo non delimitato.

Quando un libro ha cessato la sua esistenza estemporanea, e cioè quando, dopo pochi mesi, non vende più ed è un prodotto “morto” per il mercato editoriale, l’editore si trova di fronte a diverse possibilità:

1 – mercato dei remainders: il libro, ormai non più in commercio, fisicamente esiste ancora in un numero variabile di copie che costituisce la giacenza di magazzino. L’editore immette queste giacenze nel circuito dei remainders: i libri sono venduti in librerie specializzate con uno sconto anche fino al 70% o 90% del prezzo di copertina;

2 – blocchi di libri fuori commercio vengono venduti per cifre irrisorie a stockisti e a bancarelle dell’usato;

3 – l’autore, avvertito dall’editore che il libro è fuori commercio e che ci sono giacenze di magazzino, ha l’opportunità di acquistarne tutte o una parte con uno sconto significativo. Tale procedura, che precede il macero, in genere è prevista da contratto perché l’autore deve avere diritto a acquistare copie del suo libro prima della distruzione (fonte http://scrittorincausa.blogspot.com/2011/11/il-macero.html);

4 – l’ultima possibilità è il macero: da questo processo l’editore non ricava nulla, ma è una scelta inevitabile perché c’è bisogno di liberare spazio e ridurre le spese di magazzino.

Opportunity: il “nonluogo” dei remainders e dei libri destinati al macero

Abbiamo definito sopra i remainders: sono i libri che, ormai fuori commercio, sono venduti in un circuito commerciale alternativo a prezzi scontati. Questi libri sono le giacenze di magazzino degli editori, giacenze di cui ci si libera ricavandone ancora un minimo dal punto di vista economico.

A Rimini, in via Emilia, c’è un capannone con milioni di libri, alcuni destinati al mercato dei remainders, altri invece al macero. Stiamo parlando di Opportunity, il deposito del gruppo Messaggerie.

Fonte sito Messaggerie

Messaggerie è il colosso dell’editoria italiana che si occupa della distribuzione dei prodotti editoriali, e quindi di libri, ma che ha anche quote di mercato su un importante gruppo editoriale come GeMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol). Per capire il peso di Messaggerie nel nostro mercato editoriale basta sapere che si occupa della distribuzione (ma non solo) di almeno un quarto della produzione libraria italiana.

Nel deposito Opportunity passano ogni anno circa diecimila titoli e cinquanta milioni di copie. Si tratta di numeri enormi. Possiamo considerare Opportunity una sorta di nonluogo. L’antropologo Marc Augé definisce i nonluoghi quegli spazi che non sono identitari, relazionali e storici, costruiti per fini specifici (di trasporto o di commercio, per cui si va dagli aeroporti agli outlet). Opportunity non è un luogo aperto al pubblico, ma solo agli operatori del settore, come i librai. Si tratta di una specie di outlet del libro, ma anche, come lo definisce Marco Cicala su «Ilmiolibro», il cimitero dei libri perduti.

Libri al macero: un destino evitabile?

Sul sito web della casa editrice DeriveApprodi c’è un editoriale di Lanfranco Caminiti che inizia in un modo quasi struggente:

Chissà cosa pensano i libri quando arrivano al macero. Chissà cosa pensano di noi, che li mandiamo al macero, i libri. Cioè, li fanno a fettine, con le macchine che li attraversano e li tagliano.”

Caminiti immagina i libri fatti a fettine, le parole tagliate e mescolate, la memoria perduta di quei testi nell’operazione del riciclaggio della carta. Dopodiché ci pone dinanzi a una contraddizione irrisolvibile: se si stampassero solo i libri di “quasi sicuro” successo circolerebbero pochi testi. Caminiti, contrariamente all’opinione comune, non ritiene un problema che troppi si diano alla scrittura e facciano stampare i propri lavori; secondo lui non è obbligatorio avere successo e guadagnare.

Un concetto su cui si può discutere espresso da Caminiti è che il libro, rispetto al passato, sia diventato un oggetto obsoleto, non salvabile nemmeno dal digitale. In quanto tale, il libro può essere considerato alla stregua di oggetto per collezionisti.

Caminiti poi parla di un’iniziativa che lo riguarda: MaceroNO. Si tratta di una specie di iniziativa umanitaria per libri ormai destinati alla distruzione. Infatti i libri, secondo Caminiti, devono continuare a girare, in qualsiasi modo, e MaceroNO rappresenta un modo possibile.

Iniziative per salvare i libri dal macero: da MaceroNO a Equi-libristi

Sono tante e diverse le iniziative finalizzate a salvare i libri dal macero. Alcune sono eroiche e di piccola portata, altre invece sono più complesse e cercano di agire sui grandi numeri. Tuttavia ogni iniziativa del genere è inevitabilmente insufficiente a rispondere a una produzione imponente.

Abbiamo accennato sopra a MaceroNO. Si tratta di una campagna che risale al 2014 e fu messa su da quattro case editrici indipendenti: DeriveApprodi, :duepunti, Alegre ed Eleuthera. La campagna eleggeva a luoghi privilegiati gli spazi sociali autogestiti e dediti all’autoproduzione, spazi in cui si proponeva di vendere i libri pronti al macero a una cifra irrisoria: 3 euro. In rete girò l’hashtag #maceroNO e furono organizzate manifestazioni in tutta Italia il cui esito, però, a distanza di anni non conosciamo.

Nel 2017 fu DeriveApprodi a promuovere una nuova iniziativa contro il macero: Minimo30. Si trattava di “una campagna culturale e politica contro l’obbligatorietà della messa al macero dei libri”. Le questioni da cui partiva erano la crisi dell’editoria indipendente, l’incapacità degli editori di organizzarsi insieme per fare fronte comune al problema e anche il ribaltamento del mercato distributivo tra librerie indipendenti e librerie di catena. DeriveApprodi chiedeva l’adesione al progetto. Tuttavia in seguito la casa editrice lo ha rielaborato: nella nuova forma Minimo30 secondo tempo, la casa editrice vendeva libri in blocco a prezzi vantaggiosi.

Equi-Libristi è un’associazione di Bologna attiva da qualche anno. Essa si propone di salvare dal macero i libri ridistribuendoli gratuitamente in diversi luoghi, dai negozi agli studi medici. I generi scelti vanno dalla narrativa ai fumetti, sono escluse le enciclopedie, le riviste o i libri di materie tecniche/scientifiche come la medicina.

Hrabal: lo scrittore che lavorava al macero

Lo scrittore ceco Bohumil Hrabal (1914-1997) poté dedicarsi alla scrittura solo nel 1963. Prima di questa data svolse diversi lavori. È curioso sapere che uno di questi riguardasse proprio il macero. Hrabal, infatti, per un periodo fu imballatore di carta da macero proveniente da quei libri che venivano censurati dal regime comunista.

Lo scrittore filtrò questa esperienza in uno dei suoi libri più famosi: Una solitudine troppo rumorosa (1977). Il protagonista, Hant’a, lavora alla pressa per il macero da trentacinque anni. Il lavoro lo induce a bere molto e a salvare qualche libro. Legge i libri salvati, molti di filosofia, e in tal modo si istruisce. L’apertura di una nuova pressa tecnologicamente avanzata, però, lo avvicina all’idea del suicidio.