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Sei uno scrittore? Ecco cosa devi fare per farti pubblicare (Parte 1)

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Scrittore, stando ai dizionari, è colui che pratica un’attività letteraria o, più in generale, è autore di un testo, che sia letterario o di altro. Ciò che non viene specificato è la modalità in cui si concretizza l’attività letteraria o la diffusione del testo a un pubblico, cioè il passaggio successivo alla stesura del testo: la pubblicazione. Di seguito diremo alcune cose dello scrittore concernenti il processo che porta alla pubblicazione, perché sebbene esistano scrittori senza libro, l’obiettivo di uno scrittore è la pubblicazione di un libro.

Cosa scrive uno scrittore

Lo scrittore scrive un testo compiuto, ma questo testo può essere di lunghezza varia e, soprattutto, dei più svariati generi. I dizionari identificano lo scrittore con l’attività letteraria, la qual cosa è limitante e fonte di equivoci. Ci sarebbe infatti da chiedersi cosa si intenda per attività letteraria o, meglio, di letterarietà di un testo, e non si riuscirebbe a trovare una risposta univoca poiché tanto si scrive e sempre si continuerà a scrivere circa la natura della letteratura.

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Per risolvere la questione, ci basti accettare una definizione di scrittore più estesa che lo associ a testi di diversa natura o genere: nell’ambito della fiction, un testo può essere di diversi generi, dal sentimentale all’horror, dal giallo alla fantascienza, dal thriller alla favola, ecc.; poi c’è la saggistica, e anche qui le tematiche affrontate sono tantissime e anche l’approccio cambia a seconda del tema e dei destinatari dell’opera.

Quanto può essere lungo un testo destinato alla pubblicazione

Chi scrive, dal punto di vista quantitativo, non dovrebbe porsi limiti. Ci sono poesie, racconti e micro-racconti, romanzi di tre righe – pensiamo agli oltre mille romanzi pubblicati su rivista dal famoso giornalista francese Félix Fénéon, ma ci sono altri casi famosi di romanzi brevissimi –, saggi brevi, tante tipologie di testi, insomma, che presi singolarmente stenteremmo a immaginare in un libro se non in raccolte o antologie. La forma del libro, infatti, determina la quantità del testo, per cui sembra evidente che un autore non può sperare di vedersi pubblicato un breve racconto in un libro singolo, ma può proporlo in un’antologia.

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Per le opere singole, ci si può orientare secondo standard abbastanza vaghi. Seppur ci siano libricini di appena 20-30 pagine (che possono contenere un racconto medio o un saggio breve), in media un libro potrebbe essere di minimo 70-80 pagine (per il massimo non c’è limite, in quanto è possibile pubblicare un’opera anche in più tomi: pensiamo a Guerra e pace di Tolstòj o a Alla ricerca del tempo perduto di Proust). Per questo motivo, è consigliabile che uno scrittore che voglia proporre un suo testo per la pubblicazione si orienti sulla quantità minima suddetta, grossomodo, in termini di numero di caratteri, dai 150 mila spazi inclusi. Poi, chiaro, un testo più breve può essere adattato in un libro modificando la tipologia di impaginazione, ma per avere un campo di scelte, per quanto riguarda le case editrici, più vasto possibile è consigliabile concepire un testo anche più lungo, intorno ai 200 mila caratteri spazi inclusi.