Che cosa è il romanzo picaresco

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Che cos’è il romanzo picaresco

La forma-romanzo, in letteratura e nel variegato mondo dei libri, gode e continuerà a godere di grande salute: qual è il motivo di tanta longevità? Difficile dare una risposta breve e chiara per una domanda che meriterebbe una lunga dissertazione; possiamo però dire, senza timore di essere in errore, che la capacità di adattarsi ai tempi, la molteplicità dei generi in cui si ramifica, sono ragioni che spiegano la perdurante vitalità.

Se ci soffermiamo sui generi del romanzo, ne scopriamo di duraturi, oppure prendiamo atto di corsi e ricorsi di alcuni – basti osservare la parabola del romanzo epistolare  –, ma possiamo imbatterci anche nella scomparsa o quasi di altri. Il romanzo picaresco è un genere che ha avuto almeno due secoli di successo e che oggi possiamo considerare scomparso o quantomeno trasformato.

Il romanzo picaresco: definizione e origini

Il romanzo picaresco è un genere letterario in cui la narrazione avviene in prima persona e il narratore descrive le sue avventure dalla nascita alla maturità. La peculiarità di questo genere è che il narratore/protagonista è un picaro.

Picaro è un termine la cui prima attestazione risale al 1520, in Spagna, e che viene riportato nei dizionari dal Seicento, col significato di persona vile, mascalzone. Il picaro del romanzo è di bassa estrazione sociale, spesso orfano e di genitori ignoti, motivi per cui è costretto a condurre una vita difficile. Il romanzo picaresco è anche la rappresentazione della lotta per la sopravvivenza del protagonista, una lotta in cui si è costretti a compiere azioni fuori legge, discutibili, a rischiare, da qui la sua natura avventurosa.
Il tono delle opere di questo genere è misto: scene tragiche si alternano a scene comiche.
Come la parola picaro, così anche il genere ha origine in Spagna.

Il primo romanzo picaresco: “Lazarillo de Tormes”

Il primo romanzo picaresco è Lazarillo de Tormes.

Di autore ignoto, il libro è anche di difficile datazione. Apparve nella prima metà del Cinquecento, e si può porre come data limite, cioè come data da non oltrepassare, il 1554, anno di ben quattro edizioni pubblicate in contemporanea: presso Burgos, Alcalá de Henares, Anversa e Medina del Campo.
Si tratta dell’autobiografia fittizia di Lazarillo, vissuto durante il regno di Carlo V, re di Spagna e delle Indie dal 1516 al 1556 e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1519: questo antieroe narra la propria vita omettendo giudizi morali circa le sue azioni (occorre ricordare che il romanzo fu messo all’indice nel 1559). La lotta per la sopravvivenza, in tempi di incertezze economiche e sociali, si riduce alla ricerca dei beni primari, del cibo, e giustifica mestieri condannabili come la vendita di bolle papali al servizio di un frate. Il lieto fine, se così possiamo definirlo, è il matrimonio con una serva e la condivisione del letto con il padrone, a conferma del tono grottesco dell’opera e del genere. L’autore doveva conoscere bene la letteratura popolare.

Guzmán de Alfarache”: la conferma del successo del genere picaresco

Guzmán de Alfarache di Mateo Alemán (1547-1615), scrittore spagnolo del secolo d’oro, confermò il successo del genere letterario in voga da pochi decenni.
Questo romanzo, pubblicato in due parti – la prima nel 1599 e la seconda nel 1604 –, trovò ampia diffusione in numerose edizioni, una delle quali, una apocrifa seconda parte, spinse il suo autore a continuare la storia promettendo anche una terza parte, mai scritta. Guzmán de Alfarache è l’autobiografia di un picaro sivigliano in viaggio tra la Spagna e l’Italia che viene condannato alla galera prima per sei anni e poi a vita, condanna da cui si salva denunciando una congiura. La struttura è simile a quella del Don Chisciotte della Mancia (1605) di Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616): il romanzo è interrotto da novelle.

La diffusione del romanzo picaresco in Europa e il declino del genere

Dalla fine del Cinquecento il genere picaresco oltrepassa i confini della Spagna. È del 1594 Il viaggiatore sfortunato di Thomas Nashe (1567-1601), primo romanzo picaresco inglese. Il protagonista è un paggio, Jack Wilton, che viaggia in Francia e in Italia e finisce per sposare una cortigiana, Diamante.

In Germania fu pubblicato nel 1668 L’avventuroso Simplicissimus di Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausen (1621-1676), primo romanzo di avventura in lingua tedesca. Il protagonista è un contadino vissuto durante la Guerra dei trent’anni (1618-1648), Simplicius Simplicissimus.

Per la Francia va ricordato Storia di Gil Blas di Santillana di Alain-René Lesage (1668-1747), pubblicato nel 1715 in due volumi, il cui protagonista, Gil Blas, è uno studente di Oviedo di umili origini che dopo rocambolesche avventure sposa felicemente Dorotea.

Il declino del genere picaresco tra il Settecento e l’Ottocento è legato allo sviluppo del romanzo moderno che ha avuto inizio proprio con il Don Chisciotte della Mancia. Tuttavia la figura del picaro, il tono grottesco, l’avventura rocambolesca, elementi principali del genere, non sono mai spariti del tutto dalla forma-romanzo, ma si sono talvolta ibridati con altro.